Cross Road
di e con Laura Chieffo e Giovanni Zoffoli

Cross Road” di e con Laura Chieffo e Giovanni Zoffoli   il progetto selezionato dal bando di residenza SpazioCrudo 2022 presenterà al Festival la forma più compiuta del lavoro di ricerca. Il progetto pone l’attenzione sull’incontro tra due corpi, due identità e il desiderio di creare un passaggio verso un unico corpo. Focus è l’esplorazione di quel legame: non una semplice somma di parti, ma si indaga la gestione di una nuova condizione che ridefinisce una nuova percezione del corpo, come fosse la prima volta.
La ricerca attinge ispirazione dalle locomozioni del mondo animale, in particolare di alcune specie, osservandone movenze e relazioni, apre l’indagine verso una direzione prettamente materica, in cui porteremo i corpi a sostenute esplorazioni fisiche, attraverso un processo di trasformazione e la creazione di un ‘unica individualità. In una condizione di continua attrazione, i due corpi si cercano col desiderio di abitare l’uno lo spazio dell’altra. Come cambia il loro potenziale fisico ed espressivo? Si ridefiniscono le proporzioni, le intenzioni e le possibilità di movimento nell’ agire e operare scelte. Un interesse comune verso il concetto di legame, inteso come incontro e fiducia, ma anche scontro, tensione e lotta, accompagna i due performers nel loro lavoro, esplorando la relazione a due, in un continuo scambio vitale in evoluzione, alla ricerca di un equilibrio condiviso che si rimodula per tutto il tempo, attraverso un dialogo intimo e giocoso.
Giovanni Zoffoli nasce a Bologna nel 1993 iniziando il suo percorso di studi con hiphop e house dance. Dopo il conseguimento della laurea in scienze infermieristiche nel 2016, intraprende un corso di formazione a SEAD (Salzburg Experimental Academy of Dance), focalizzandosi nello studio in danza contemporanea e teatro fisico.
Simultaneamente la fine del suo percorso in Austria nel 2020, diventa anche istruttore certificato di BASI pilates (mat e macchine). In questo periodo ha l’opportunità di arricchire il suo bagaglio artistico e collaborare con Edivaldo Ernesto, Lai Ayguade, Vittoria De ferrari, Anton Lachky, Joy Alipuerto Ritter, Helder Seabra e molti altri.
Ideatore e performer del collettivo “Los Francos”, dove prende parte ai festival Dias De Dança (Porto) e tanzHaus (Salisburgo), rispettivamente con le performance “Dora Mar” e “Tectum”. Partecipa come performer a Summerszene festival in collaborazione con il coreografo Michikatzu Matzune – “What the Hell”. Dal 2020 risiede a Bologna e in concomitanza con gli studi in osteopatia presso la scuola CRESO, sviluppa e insegna con Laura Chieffo un metodo di ricerca/pratica chiamato ’TABO-Movement practice.



Laura Chieffo danzatrice, performer, docente. Si forma con la danza contemporanea in Italia (Opus Ballet, Simona Bertozzi, Loris Petrillo) e in Francia con l’ Hip Hop e il Breaking.
Segue diversi seminari con maestri di fama internazionale tra cui: Peter Jasko, Laura Aris, Bruno Caverna, Lali Ayguadé, Anton Lachky. Integra Ashtanga yoga e Mindfulness. Collabora con: Compagnia Lubbert Das di N. Cabassi, EkoDanza, Company Blu, Compagnia Aiep -Ariella Vidach, Compagnia Michal Mualem- de Filippis Project, Scenario Pubblico, Teatro Comunale e Arena del Sole di Bologna, con la cantante Iscra Menarini, Rai.
Artista presente in diversi festival di arti performative tra cui: Gender Bender, Improv. Fest, Festival Periferico, Festival All’Improvviso, Matera Open Future 2019, Invito di Sosta, Ammutinamenti, FOG- Triennale di Milano.
 
Cofondatrice e interprete del Collettivo Munerude con il quale crea “Granito”e “Rotten#1”, selezionato alla Vetrina della giovane danza d’autore Anticorpi XL 2020 e dai Visionari – Kilowatt 2021. Artista associata alle Compagnie Sosta Palmizi e Dé Jà Donné. Docente in centri di formazione e impegnata in progetti di integrazione e inclusione per le nuove generazioni: Jungle Kids, Sottosopra, sostenuti dal Comune di Bologna e DancER un progetto di LaborArtis.
Dal 2020 sviluppa e insegna ‘TABO-movement practice insieme a Giovanni Zoffoli, attraverso diversi workshop e seminari.

White Noise

il ruolo del femmineo nella capacità di generare il cambiamento, creativo, evolutivo, sociale.

 In scena due danzatrici, primi o ultimi esseri umani sulla Terra, che compiono un viaggio, un ciclo vitale, un’era geologica. Lasciano il brodo primordiale, i due Liocorni, questa volta in grado evolversi, adattarsi, sopravvivere, fallire e raccogliersi, infine designare la fine di uno dei viaggi possibili.

La pièce si apre con un cerimoniale sacro, antico di attraversamento del proprio dualismo luce/ombra, un rituale onirico, selvaggio, primitivo, che onora la natura del femminile, auspica al superamento del limite, distingue e confonde i corpi, inneggia al potere personale, infine incarna il tentativo di riappropriarsi dell’archetipo del guerriero, impavido, maschile, pronto ad affrontare l’azione, la lotta, qualsiasi essa sia, la dichiarazione d’intenti, la conquista del proprio posto nel mondo.

L’esperienza rivela la necessità di riconnettersi, di risolvere almeno temporaneamente l’alterità, la competizione biologica, verso l’obiettivo comune, il solo e unico scopo; e la risoluzione porta con sé inevitabilmente una piccola morte, la cessazione del vento e del rumore di fondo, che è semplice, immediato, quasi ironico, totalizzante.

 La sottile linea di passaggio tra l’atto sacrale e la lotta, che le danzatrici devono intercettare e contattare è l’intimità, l’amore, la sorellanza, la femminilità, l’incontro, la cura, la dichiarazione, la linea oltre la quale c’è l’altro, ci siamo noi, la vulnerabilità.

Atto di affermazione, oltre il quale si è forti abbastanza da saltare.

“Non verremo alla meta ad uno ad uno, ma a due a due” J. Prevert

La meta finale, è sempre irrilevante rispetto al cammino per arrivarci, anche se quello che accade dopo è più importante: la performance è finita e comincia la vita, modificata dall’itinerario che è stato percorso.

 

Regia e coreografia Elisa Pagani

Compagnia DNA

Interpreti:  Francesca Caselli e Ilaria Ignesti 

acquisto biglietto