27 Aprile

CRUDO FESTIVAL

MIGRENA 2X2 di e con Yotam Peled

Anfibia | Visioni Emergenti



Migrena2x2

di e con Yotam Peled

Può un corpo isolato e confinato trascendere e viaggiare oltre lo spazio e il tempo? Può il subconscio diventare un vascello per questi viaggi?

migrena2X2 è una performance solista ibrida che esiste in uno spazio surreale fatto di frammenti di memoria, introducendo sospensione e manipolazione di oggetti nel movimento. È un’interpretazione astratta e contemporanea della storia del biblico Giona, che mira a incarnare la nozione di profezia esplorando il subconscio, affrontando traumi e fantasie. Il peso dell’esecutore è incarnato dai kettlebell, e il suo spargimento si dispiega attraverso un rituale, tra una preghiera e un rave. Un’intensificazione di schemi di movimento selvaggi fa sì che il corpo si decostruisca, si decomponga, si sciolga e si arrenda lentamente per risvegliare un materiale astratto, un collettivo di arti e organi che divorano lo spazio, senza alcun obiettivo chiaro oltre a obbedire alle sensazioni che lo attraversano.

Questo scatenarsi della totalità istintiva, strana e primitiva, che non può esistere al di fuori dello stato estatico, è una chiamata a diventare un’entità che funziona al di là delle restrizioni intellettuali della società. Il corpo del performer, spinto all’estrema intensità e disintegrazione, percorre lo spazio con destrezza e emancipando spazi e superfici nascoste, raggiungendo la catarsi e infine il riconoscimento di sé.

Yotam Peled è nato nel kibbutz Beit-Keshet in Israele nell’89. Fin dall’infanzia ha praticato belle arti, atletica e Capoeira. All’età di 21 anni, dopo aver terminato il servizio nelle forze di difesa israeliane, ha iniziato a ballare e in seguito ha proseguito gli studi superiori nel circo contemporaneo. Nel 2015 si è trasferito a Berlino e da allora ha lavorato come artista freelance con diversi coreografi europei, tra cui Maura Morales, Yann L’Hereux, Troels Primdahl, Jill Crovisier e Mitia Fedotenko.

Oltre a esibirsi, ha creato il proprio lavoro coreografico, che ha girato festival e sedi in Israele, Germania, Polonia, Italia, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Norvegia, Macedonia del Nord, Lussemburgo, Giappone, Thailandia e Vietnam. La sua performance solista “Boys Don’t Cry” ha ricevuto premi da Awaji Circus Art, Würzburg tanzSpeicher, MASDANZA, Gdansk Dance festival e Corpomobile Rome. Il suo primo lavoro corale “Entropia” è stato creato nel 2018, come parte di “THINK BIG”, una collaborazione tra l’opera cittadina di Hannover e il festival internazionale TANZtheater.

Yotam è stato selezionato per partecipare alla piattaforma TalentLAB#19 nel Grand Theatre del Lussemburgo, per creare “ALPHA”, con il suo ensemble “The Free Radicals”, durante una residenza guidata dal coreografo Hofesh Shechter. La performance è stata presentata in anteprima al Trauma Bar und Kino di Berlino, nell’agosto 2019, ed è stato invitato ad esibirsi ad Altofest, Tanzmesse NRW e Tanztage Ingolstadt.

Nel novembre 2019 è stato coreografo residente allo Skopje Dance Theatre e ha creato “The Tragedy of the Tiger Beetle”. Nel corso del 2020/21 creerà nuovi lavori per i diplomati di EDCM, Canada, e Frontier Danceland, Singapore. Yotam è stato insegnante ospite e collaboratore della Fontys Academy of Arts, Folkwang University of Arts, Dock11, Munstrum Theatre, Cie. Hors Surface, Cooperativa Maura Morales, Overhead Project e numerosi festival e studi di danza in Europa e Asia.


Anfibia
performance inedite VISIONI EMERGENTI

Anfibia, programma multidisciplinare ed immersivo per performer e danzatori contemporanei, entra nella sezione del festival con la presentazione di inedite perfoRmances create e realizzate dai giovani artisti partecipi al percorso.

Ogni artista e’ accompagnato e supportato al progetto fino alla messa in scena finale; durante la serata verranno presentate brevi piecé, inedite al pubblico.

Il festival vuole dare un supporto importante, uno sguardo su nuove visione e creazione contemporanea.


“For: Lila”

Idea, directing, choreography: Astrid Valencia

Perfomers: Astrid Valencia

 Questo è un omaggio alla mia infanzia, ai problemi che ho trovato cercando di inserirmi nella società mentre crescevo. Il sentimento di rigetto e solitudine, le ferite che creano i pregiudizi. Questo pezzo parla di resistenza e equilibrio. Cara Lila: Hai la forza di rompere tutto, ma a volte dovrai tornare a riparare.

 Credits: grazie a Martina La Ragione e Chiara Osella

“IRIS”

Idea, directing: Francesco Campolo

Performer: Antonia Peris, Matthieu Ruf, Silvia Ripamonti

Choreographers: Astrid Valencia, Diana Dragu

“iris” è un ritratto di famiglia esposto nella parete della società contemporanea, basata su convenzioni sociali e autoinganni che l’essere umano crea per essere felice. Ma cosa succede quando un impulso ci spinge a volere uscire dal ritratto? E se non volessimo rientrarci? E se alla fine fossimo solo dei personaggi costretti a recitare la parte che ci siamo o che ci è stata imposta? “iris” rappresenta tre differenti modi di provare ad essere liberi. E tu, quanto sei realmente libero?

 

Credits: Un ringraziamento speciale va al mio mentore Carlo Massari per avermi guidato in questo percorso, a Chiara Osella, Martina La Ragione, Francesca Mazza e Lara Russo per il supporto, i consigli e l’energia positiva. Ringrazio Astrid Valencia e Diana Dragu per il movimento scenico e il supporto artistico. Ringrazio Angelo Carratello per la creazione dell’immagine dello spettacolo. Ringrazio Antonia e Matthieu per essere stati con me in questo viaggio, per avermi ispirato nella scrittura e nella creazione, per i fondamentali consigli e per avermi regalato pianti e risate, emozioni continue e speciali, speciali come loro.

“OLTRE IL MURO”

Idea, directing, choreography : Noemi Malito

Perfomer: Noemi Malito, Astrid Valencia, Diana Dragu, Antonia Peris, Matthieu Ruf, Silvia Ripamonti, Beatrise Anda Ozolina, Francesco Campolo, Christian Sidoti, Federica Marcoleoni, Salome Abbou, Isabel Vivienne Ponto, Eglė Nešukaitytė,

Mentor: Martina La Ragione

 La spinta di oltrepassare il muro, che ci protegge, ci catapulta nella paura di esporsi. Sentire il muro non, come protezione ma come gabbia. Trovando la consapevolezza di analizzare le paure rende il muro un sostegno e ci sente pronti ad andare oltre, allargando così il condine del muro e sentirsi esposti e proiettati al mondo.

 

Credits: Beatrise Anda Ozolina, Astrid Valencia, Diana Dragu

Info e vendita biglietti